Don Giuliano Pilia ha ricevuto l’ordinazione presbiterale domenica 7 maggio nel Santuario M. d’Ogliastra a Lanusei (foto di A. Candido), e il giorno dopo ha presieduto la prima S. Messa a Villaputzu. Pubblichiamo la lettera aperta che il vescovo Antonello gli ha scritto dalle colonne del mensile diocesano L’Ogliastra nel numero di maggio, prossimamente in uscita.
Carissimo Giuliano,
ti scrivo prima della tua ordinazione, mentre preparo contemporaneamente l’omelia che il 7 maggio accompagnerà le parole e i gesti della celebrazione. Leggerai quindi questa lettera dopo quel giorno, ma sono certo che non sarà venuto meno il clima gioioso e ricco di fede che sta contraddistinguendo questa tappa fondamentale della tua vita.
In questi anni ti sei preparato a Lanusei e a Cagliari, e ultimamente a Sadali e Seulo. Seminario diocesano e regionale, Facoltà teologica e parrocchie sono stati luoghi di formazione e di studio, con le prime esperienze pastorali vissute da diacono.
Mi piace subito dirti: “Benvenuto tra noi!”. Benvenuto come presbitero nella Chiesa che ha custodito la tua chiamata dopo il battesimo e che ti ha accolto dalla tua famiglia naturale e dalla tua parrocchia di Villaputzu , portando la tua vocazione cristiana a questo traguardo, come Dio ha pensato e voluto per te. Benvenuto nella comunità dei presbiteri, che insieme ai diaconi e al vescovo sono chiamati ad amare e a servire questa Diocesi e tutti i suoi battezzati. Tutti noi in questi giorni, grazie a te, stiamo rivivendo emozioni e sensazioni, oltre che consapevolezze, che hanno accompagnato i momenti della nostra ordinazione. Così come certamente la nostra gente comprenderà ancora una volta la radice e il cammino di questa chiamata, aiutando – lo spero! – i più giovani a riflettere sulla vocazione sacerdotale.
Provo a immaginare quali sentimenti tu stia vivendo. E non posso non simpatizzare anche solo umanamente con le attese, i desideri e i propositi che hai nel cuore. La nostra Chiesa conta su di te! Ti chiede di essere fedele e coraggioso: libero nel servirla, appassionato nell’amarla. Oso in questo momento cogliere un sentimento che provi e, contemporaneamente, formularti un augurio per il tuo cammino da presbitero.
Colgo certamente in te – e in un certo senso me lo auguro… – un sentimento di “tremore e trepidazione”, come scrive San Paolo. Il timore di sentirti piccolo e inadeguato, e il tremore di chi si vede affidare un tesoro da custodire. Un timore che ti fa sentire piccolo e perfino inadeguato rispetto ai compiti che la Chiesa ti affiderà. Non aver paura! Dio ama servirsi della nostra umanità, anche quando si manifesta povera e fragile, perché appaia chiaramente che tutto è grazia, dono del suo Spirito d’amore. La saggezza a cui sei (siamo) chiamati, è proprio quella di custodire un tesoro che ricevi in dono. Tesoro è la Parola di Dio che accogli e che doni; tesoro è il Pane spezzato da cui il popolo di Dio attingerà cibo per il suo (tuo) cammino. La trepidazione, allora, diventi in te gratitudine da accogliere e tenerezza dalla quale lasciarsi conquistare e afferrare.
L’augurio che ti rivolgo è quello di essere un presbitero che non smette di stupirsi. Non dare mai niente per scontato, né in te né negli altri. Né tantomeno nel tuo servizio. Stupore e venerazione camminino insieme nella tua vita. Non solo riguardo al mistero con il quale Dio si fa presente nella tua chiamata, ma anche nei confronti della comunità che ti verrà affidata, e davanti al mistero di tanti uomini e di tante donne che attraverso di te potranno conoscere e seguire il Vangelo. Non sentirti mai padrone di nessuno e non possedere nulla se non per donarlo. Niente ti preoccupi, se non il desiderio che Dio cresca in te fino al punto da non poterlo trattenere, facendone un annuncio di gioia e di vita per coloro che cercherai nel suo Nome. E aiuta le persone a leggere alla luce della Parola quanto sta accadendo dentro e attorno a loro.
Maria, che ha vegliato finora sui tuoi passi, segno della tenerezza di Dio, continui a vegliare ora e sempre sul tuo cammino.
Con il mio abbraccio fraterno
+ Antonello Mura