Perché crediamo nella pastorale del turismo

Perché la Chiesa dovrebbe impegnarsi in quella che viene chiamata “pastorale del turismo”? Non bastano le attività ordinarie, le parrocchie con la propria organizzazione e le occasioni d’incontro offerte quotidianamente dalle comunità? Chiaramente tutto questo, che manifesta la proposta delle singole realtà ecclesiali non viene meno, anzi, in presenza dei turisti durante l’estate diventa una significativa possibilità di assicurare non solo i sacramenti ma anche accoglienza e condivisione a chi sceglie la nostra terra in questo periodo dell’anno. Ma una diocesi come la nostra, arricchita da un territorio naturale di rara bellezza, e che ospita in estate migliaia di persone, può e deve programmare incontri e iniziative che abbiano un’impronta ecclesiale e una sensibilità culturale. Proprio perché la fede non va mai in vacanza, e la riflessione non può permettersi pause, mantenere alto il livello delle opportunità di incontro può manifestare pienamente il carattere ospitale e fraterno della nostra diocesi. Come ufficio diocesano di pastorale del turismo, dopo l’esperienza dello scorso anno, abbiamo scelto di privilegiare nel 2016 un tema specifico, da approfondire con spazi e momenti dedicati al dialogo, alle mostre e ai concerti. Amabile terra nostra. Per una nuova ecologia della persona e dell’ambiente, questa la tematica generale. Non mancheranno ospiti significativi e interpreti adeguati, ciascuno con la sua storia e competenza, tutti protesi però a rafforzare l’idea che sul tema dell’ambiente – anche il nostro ambiente – si gioca il futuro della “nostra terra”. La Laudato sì’ di papa Francesco rimane esemplare nell’indicarci la bellezza della natura insieme ai rischi del suo degrado, e noi vogliamo continuare su questa linea, mantenendo lo stile che il Papa ricorda al n. 188: “Ci sono discussioni, su questioni relative all’ambiente, nelle quali è difficile raggiungere un consenso. Ancora una volta ribadisco che la Chiesa non pretende di definire le questioni scientifiche, né di sostituirsi alla politica, ma invito ad un dibattito onesto e trasparente, perché le necessità particolari o le ideologie non ledano il bene comune”. Il nostro progetto, che potete trovare nelle pagine interne del giornale, è offerto non solo ai turisti ma a tutte le comunità locali. Siamo consapevoli che parlando bene dei luoghi delle nostre vacanze, aiutiamo ad umanizzare la natura e a difenderla. Riposo, spensieratezza, ma anche sguardi, temi e dialoghi che permettano di fare del nostro ambiente un palcoscenico in cui brindare alla vita. E la Chiesa vuole continuare a fare la sua parte. Non è casuale, inoltre, la scelta del luogo, teatro delle iniziative che occuperanno le serate dal 20 al 27 agosto: la sede Caritas a Tortolì, simbolo di altri progetti che abbiamo avviato, segno della nostra sensibilità cristiana come centro di ascolto e mensa quotidiana per i bisognosi. Nella sua area esterna, opportunamente ristrutturata, si celebrerà – noi speriamo – l’incontro con donne e uomini che amano parlarsi e dialogare, che apprezzano la bellezza dell’ambiente, dell’arte e della musica; donne e uomini che si sentono interpellate sull’ecologia della vita e della persona e che amano preparare il futuro con scelte che mettano insieme memoria e spiritualità, fede e vita, ospitalità e solidarietà. + Antonello Mura

Perché la Chiesa dovrebbe impegnarsi in quella che viene chiamata “pastorale del turismo”? Non bastano le attività ordinarie, le parrocchie con la propria organizzazione e le occasioni d’incontro offerte quotidianamente dalle comunità? Chiaramente tutto questo, che manifesta la proposta delle singole realtà ecclesiali non viene meno, anzi, in presenza dei turisti durante l’estate diventa una significativa possibilità di assicurare non solo i sacramenti ma anche accoglienza e condivisione a chi sceglie la nostra terra in questo periodo dell’anno.
Ma una diocesi come la nostra, arricchita da un territorio naturale di rara bellezza, e che ospita in estate migliaia di persone, può e deve programmare incontri e iniziative che abbiano un’impronta ecclesiale e una sensibilità culturale. Proprio perché la fede non va mai in vacanza, e la riflessione non può permettersi pause, mantenere alto il livello delle opportunità di incontro può manifestare pienamente il carattere ospitale e fraterno della nostra diocesi.
Come ufficio diocesano di pastorale del turismo, dopo l’esperienza dello scorso anno, abbiamo scelto di privilegiare nel 2016 un tema specifico, da approfondire con spazi e momenti dedicati al dialogo, alle mostre e ai concerti.
Amabile terra nostra. Per una nuova ecologia della persona e dell’ambiente, questa la tematica generale. Non mancheranno ospiti significativi e interpreti adeguati, ciascuno con la sua storia e competenza, tutti protesi però a rafforzare l’idea che sul tema dell’ambiente – anche il nostro ambiente – si gioca il futuro della “nostra terra”. La Laudato sì’ di papa Francesco rimane esemplare nell’indicarci la bellezza della natura insieme ai rischi del suo degrado, e noi vogliamo continuare su questa linea, mantenendo lo stile che il Papa ricorda al n. 188: “Ci sono discussioni, su questioni relative all’ambiente, nelle quali è difficile raggiungere un consenso. Ancora una volta ribadisco che la Chiesa non pretende di definire le questioni scientifiche, né di sostituirsi alla politica, ma invito ad un dibattito onesto e trasparente, perché le necessità particolari o le ideologie non ledano il bene comune”.
Il nostro progetto, che potete trovare nelle pagine interne del giornale, è offerto non solo ai turisti ma a tutte le comunità locali. Siamo consapevoli che parlando bene dei luoghi delle nostre vacanze, aiutiamo ad umanizzare la natura e a difenderla. Riposo, spensieratezza, ma anche sguardi, temi e dialoghi che permettano di fare del nostro ambiente un palcoscenico in cui brindare alla vita. E la Chiesa vuole continuare a fare la sua parte.
Non è casuale, inoltre, la scelta del luogo, teatro delle iniziative che occuperanno le serate dal 20 al 27 agosto: la sede Caritas a Tortolì, simbolo di altri progetti che abbiamo avviato, segno della nostra sensibilità cristiana come centro di ascolto e mensa quotidiana per i bisognosi. Nella sua area esterna, opportunamente ristrutturata, si celebrerà – noi speriamo – l’incontro con donne e uomini che amano parlarsi e dialogare, che apprezzano la bellezza dell’ambiente, dell’arte e della musica; donne e uomini che si sentono interpellate sull’ecologia della vita e della persona e che amano preparare il futuro con scelte che mettano insieme memoria e spiritualità, fede e vita, ospitalità e solidarietà.

+ Antonello Mura